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"Il sole e la luna", opera prima di Mario Albano Barragan (3 gennaio 2005)

Uscito da non molto nelle librerie, “Il sole e la luna”, opera prima di Mario Albano Barragan, lascia trasparire fin dalle prime pagine un senso di grande ottimismo e di fiducia nel futuro.
È una ventata di freschezza, che ad un mondo sempre più grigio e pieno di ombre oppone la gioia e la curiosità di un bambino, la bellezza del viaggio come scoperta di nuovi mondi e ricchezza d’insegnamenti, un sogno la cui semplicità è sinonimo di pace e felicità.
Non è soltanto la dedica agli italiani nel mondo a legarci a questo libro. Sembra quasi che l’autore, con un grande esercizio di stile, sia riuscito a sintetizzare tutto il meglio di ciò che è l’“italianità” in ogni parte del globo, modellandola e trasferendola poi sul piano della fiaba e del fantastico. Ma senza mai perdere, con grande maestria, quel legame sottile ma profondo che lega ogni singola storia al mondo, anch’esso un po’ fantastico, degli italiani residenti all’estero.
È questo legame, probabilmente, alla base della generosa scelta dell’Autore di devolvere l’intero ricavato delle vendite di questo libro all’Aie, per iniziative di beneficenza. Una scelta che, nello scenario simbolico e profondo di questo Santo Natale, nobilita l’estro poetico conferendo a questo una grande e preziosa finalità concreta.
I racconti contenuti nel libro sono brevi, ma di una brevità mai scarna: risultato di una prosa che sa essere allo stesso tempo poesia, e che ci accompagna, pagina dopo pagina, in un viaggio immaginario intorno al mondo, attraverso Europa, Africa, America, Asia ed Oceania.
È un percorso onirico che ci spinge a guardare il nostro mondo con occhi diversi: con gli occhi di un fanciullo affacciato sull’ignoto, che non teme il futuro perché non è ancora ferito dal passato, ma soprattutto perché è ancora capace di avere un’anima semplice e per questo bellissima. Una semplicità che purtroppo la vita, troppo spesso, riesce poi ad intaccare.
Non è forse questo anche il significato dell’“italianità” nel mondo?
Questo insieme variegato di personalità, tutte diverse, presenti in ordine sparso in ogni angolo della nostra Terra. Ciascuna con la sua esperienza unica. Ciascuna con la sua dose di gioia e di dolore, di sicurezze lasciate e di incognite acquistate, di avventura. In una parola: ciascuna con la sua personale storia, degna di essere raccontata ed ascoltata.
Ma nonostante tutte queste singolarità, tutti i protagonisti di questo lungo sogno da cui ancora non riusciamo a svegliarci sono anche profondamente uniti. Uniti da quella curiosità che li ha spinti, come una molla, verso terre lontane. Uniti dalla capacità di confrontarsi con popoli ad essi estranei, e di affrontare tutti i disagi ed i problemi a ciò connessi.
Uniti dalla consapevolezza di appartenere ad un mondo a parte, a lungo dimenticato e che oggi, finalmente, sembra essere riuscito a suscitare anche al suo esterno interesse ed apprezzamento.
Senza questo mondo, questa “italianità” che ci unisce come un filo invisibile, saremmo soltanto tanti individui caoticamente dispersi in ogni dove. Ma invece siamo “nazione” nel senso più profondo del termine, ed orgogliosi di esserlo.
Con questo libro, Mario Albano Barragan ci racconta in verità la genesi di questo mondo, affascinante ed unico, degli italiani nel mondo: lo sguardo curioso ed estasiato di un bambino sull’ignoto, e la sua ferrea volontà d’illuminare quelle tenebre con la luce della conoscenza.
Forse dovremmo ricordare più spesso quell’origine. Ed il cuore più semplice e più innocente che ci guidò in quel lungo viaggio che dura ancora oggi.
Un viaggio per il quale abbiamo sacrificato tanto, ma che altrettanto ci ha dato in cambio. Ed al termine del quale dovremo infine trarre un bilancio, per accertarci di essere rimasti fedeli a quel sogno che ci ha ispirati, e che dal nulla ha creato un mondo, una nazione che oggi è ovunque ma che dobbiamo sempre preservare dal rischio di non trovarsi in alcun luogo.
“E tu bambino sarai chiamato profeta dell’Altissimo, perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade”.
Questo versetto del Salmo è anche l’augurio più grande, in questo Natale e per il nuovo anno, rivolto agli italiani nel mondo. L’augurio di avere la forza e la saggezza di essere quel bambino, loro che hanno già la fortuna di trovarsi, ovunque, su quelle strade.

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