CGIE: un anno senza assemblea plenaria? (19 gennaio 2005)
Il programma provvisorio delle riunioni previste nel 2005 per il CGIE
lascia intravedere la possibilità che la seconda assemblea plenaria
abbia luogo alla fine dell'anno, in caso di convocazione della
Conferenza Stato-Regioni-P.A.-CGIE nel corso della prossima estate.
Il 2005 ha una basilare importanza ai fini della preparazione delle
prossime elezioni legislative nell'ambito delle comunità italiane
all'estero: la maggioranza dei problemi proposti sono tuttora sul
tappeto e non sembravano alla vigilia della soluzione nello scorso mese
di dicembre.
Aggiornamento delle anagrafi, coinvolgimento delle comunità,
divulgazione della informazione, espressione di un voto libero e
personale, formazione delle liste non paiono problemi di così poco conto
da non immaginare che debbano essere previsti nel corso dell'anno
azioni, provvedimenti, direttive, sensibilizzazione, proteste,
organizzazione degli sforzi. Un insieme di interventi che, guarda caso,
competono proprio al CGIE in virtù della legge istitutiva.
Ebbene per un anno, se si realizzerà la ipotesi delle riunioni di lavoro
sopraevocata, il massimo organo di rappresentanza delle comunità
italiane all'estero non avrà la possibilità di verificare se le misure
di preparazione ad un evento di portata storica, la prima partecipazione
alle elezioni legislative per corrispondenza dei connazionali emigrati
per la scelta di propri rappresentanti territoriali, saranno
correttamente sviluppate, coinvolgendo consolati, organi di
informazione, associazioni.
Una decisione di questa rilevanza è stata sicuramente assunta
dall'Amministrazione del MAE, di concerto con i vertici del Comitato di
Presidenza.
Il sospetto è che la maggioranza si prepari a gestire in totale
autonomia, senza alcun controllo da parte dell'assemblea plenaria,
l'avvio delle procedure di preparazione delle operazioni di voto,
soprattutto nel delicatissimo settore della divulgazione della
informazione e della verifica delle liste degli aventi diritto al voto.
Poiché è logico prevedere che sorgeranno problemi, ne sono sorti per il
rinnovo dei Comites, le decisioni saranno prese con procedura d'urgenza
dal solo Comitato di Presidenza, a norma dell'articolo 4 della legge
istitutiva. Essi saranno sottoposti alla valutazione dell'Assemblea
plenaria nella prima riunione successiva e cioè a fine anno con una
ratifica a quel punto puramente notarile, poiché non vi sarà più tempo
per analisi e verifica delle decisioni prese.
Con profondo rispetto delle regole democratiche.
L'Assemblea plenaria deve riappropriarsi del suo ruolo e non
sacrificarlo ad una visione puramente burocratica della propria
attività: sono in gioco quattro milioni di voti, 18 Rappresentanti
parlamentari.
Solo una intensa e penetrante azione di informazione e coinvolgimento,
un aggiornamento attento ed approfondito delle anagrafi consentirà un
voto massiccio, convinto e partecipe.
Il CGIE, in relazione all'importanza della posta in gioco, dovrà essere
cassa di risonanza di ogni disservizio, intralcio, difficoltà, cattiva
interpretazione ed arena per la ricerca dei provvedimenti più idonei a
trovare adeguate soluzioni per gli inconvenienti.
Nel prossimo mese di marzo l'Assemblea dovrà richiedere al Segretario
Generale di rivedere il piano di lavoro assembleare nella parte relativa
alle proprie riunioni, che proprio in questo delicato periodo non
debbono perdere la loro periodicità semestrale.
Se poi il sospetto fosse fondato, (a dir male del prossimo si fa
peccato, ma in genere si indovina - una frase attribuita ad Andreotti) i
Consiglieri, anche quelli appartenenti alla maggioranza, dovrebbero
essere capaci di un soprassalto di dignità per chiedere che la loro
funzione non venga sminuita ad una pura attività notarile.
Il CGIE in questo momento non deve attenuare la capacità di
rappresentanza. I connazionali che li hanno eletti non lo meritano.