Interventi

Etica e morale ovvero delle piroette del consigliere Bucchino (27 gennaio 2005)

Nell’arena politica, non sempre viene tenuta presente una dimensione etica che rappresenta la condicio sine qua non di qualsiasi ulteriore dibattito.
Ove non vi è onestà intellettuale, non è possibile trovare alcun terreno di dialogo, perché manca la base stessa del confronto: una morale che deve guidare l’azione politica, mantenendo ben chiari gli obiettivi di natura etica, il “bene comune” per intenderci, cui ogni azione di governo deve rivolgersi, al di là delle legittime idee di ciascuno in relazione al “come” e al “quando”.
Il fine giustifica i mezzi, insegna Machiavelli. Ma che fare quando il mezzo diventa fine a se stesso, e viene usato in maniera sconsiderata per oscure ragioni o peggio per egoistico opportunismo ?
È aberrante, oltre che rischioso, tradire le legittime aspettative delle persone che ci si fregia di rappresentare. Ed un CGIE che non si faccia autentico portavoce delle istanze degli Italiani all’estero non avrebbe motivo di continuare ad esistere.
Purtroppo, sembra che il Consigliere Bucchino sia di diversa opinione.
Meglio: in realtà non si capisce molto bene l’opinione del Consigliere Bucchino a riguardo, e si fatica a comprendere dove egli voglia andare a parare con la sua azione.
Non ce ne voglia il Consigliere, ma le sue piroette ideologiche, prima con la ferma condanna della proposta di estendere agli Italiani all’estero la copertura sanitaria emersa in sede di CGIE, e poi con le sue ben diverse affermazioni in altra occasione, ove pretende di farsi paladino dei diritti degli Italiani nel mondo, fatichiamo a digerirle.
Perché sono la dimostrazione lampante di quel vuoto morale di una certa politica di parte che ha perso di vista il suo significato, e che viene posta come mezzo per perpetuare se stessa invece di tendere ad una lungimirante amministrazione della cosa pubblica e tensione perpetua verso il bene comune.
Forse è proprio questo che oggi si intende quando si parla, da più parti, di “crisi delle ideologie”: le ideologie vengono dimenticate e vissute come scomode sovrastrutture, perché è stata dimenticata la loro funzione primaria: quella di cercare strade sempre nuove per giungere all’obiettivo finale di una società più equa.
È ovvio che in una politica di parte ridotta a teatrino, a sfacciato e vuoto opportunismo, a pallida parodia di se stessa, non vi può essere più spazio per gli ideali.
Ma proprio comportamenti come quello del Consigliere Bucchino riportano in primo piano l’importanza della dimensione etica troppo spesso dimenticata, di una morale che deve essere il faro che illumina l’azione politica.
In questo, dobbiamo ringraziarlo: perché ci ricorda quanto in basso si può cadere quando si perde il filo conduttore di un’azione che non deve mai essere ridotta a mero esercizio dialettico, a puro stile.
Perché è un’azione che va ad incidere, e profondamente anche, sulla vita e sulle legittime aspettative di tanti che ci hanno dato la loro fiducia.
Tradire quella fiducia, oltre che immorale, è aberrante. Perché significa tradire noi stessi prima ancora che loro: significa tradire quegli ideali che hanno fondato il CGIE e che ci hanno portati a farne parte.
E tutto ciò in nome di un profitto effimero e di un opportunismo fallace, nella cecità che inevitabilmente consegue all’omologazione partitica.
I Sofisti, nella Grecia di Socrate, giustamente ebbero vita dura.
Meglio sarebbe non dimenticarlo.

Torna alla pagina precedente