Il Papa emigrante e pellegrino (4 aprile 2005)
È morto Giovanni Paolo II, il Papa venuto da un Paese lontano, come Lui
stesso ebbe a dichiarare nel suo primo discorso ai romani raccolti in
Piazza San Pietro subito dopo la Sua elezione al Soglio Pontificio.
In quella Sua allocuzione Egli si sentiva emigrante, con una
consapevolezza dolorosa nel cuore.
La nostalgia, infatti, alimenta il rimpianto ed il ricordo di chi lascia
la propria Patria, ravviva l’aspirazione al ritorno, rinvigorisce la
speranza di rivedere un giorno i luoghi che si erano lasciati, i propri
cari, la propria casa.
L’elezione al Pontificato invece faceva intuire a Karol Woitila che
difficilmente sarebbe potuto tornare nella terra natale, nemmeno dopo la
morte.
L’ardore della Sua appartenenza alla nazione polacca, la passione con
cui ne ha difeso libertà e dignità deve avergli reso particolarmente
dolorosa la percezione dell’impossibile ritorno nella Patria tanto
amata.
Un ragazzo che ha conosciuto le ferite della guerra, un prete
seminarista in clandestinità, un pastore indomito del suo gregge pronto
a sfidare una dittatura crudele e feroce per difenderne libertà e
dignità, un figlio ed un fratello che ha perso i suoi cari in un rapido
succedersi di malattie e sventure, si vedeva strappato alla sua terra da
una missione cui era chiamato da Dio, diventava emigrante per volontà
del Signore.
Tutto questo è forse passato nella mente del nuovo Pontefice, mentre
pronunciava le parole "venuto da lontano".
Ha trovato famiglia e Patria nel mondo, fra i diseredati, fra i poveri,
fra gli ammalati, fra i sofferenti, si è battuto per la dignità delle
genti, ha gioito e pianto con loro, ha lottato contro la miseria, ha
difeso la vita in ogni suo stadio, ha gridato il diritto della Chiesa a
diffondere il suo messaggio senza censure e timori.
Giovanni Paolo II ha guadagnato il rispetto dei non credenti, l’amore di
chi crede e di chi soffre.
Il coraggio con cui ha affrontato la malattia ed ha portato la Croce
della sofferenza anche negli ultimi giorni della sua vita terrena sono
un esempio di dedizione e di serena fiducia che hanno sconcertato.
È stato emigrante e pellegrino: ha portato ovunque speranza, ha difeso
la dignità dell’uomo, creato da Dio a sua immagine e somiglianza. Un
grande uomo, un Papa innovatore, un Pastore che sapeva trascinare e
guidare.
Ci lascia una eredità meravigliosa, la fiducia nell’uomo, la ricerca
della pace, la difesa della dignità, la speranza nel futuro,
l’aspirazione alla libertà, l’amore per la verità.
Non sarà facile esserne degni.