Elezione presidente COMITES Toronto: siamo sicuri siano qualità da
buttare? (12 maggio 2005)
È apparso di recente a cura del Consigliere CGIE Bucchino un articolo
che ha suscitato in noi molte perplessità. In esso si fa riferimento
alla elezione del Presidente di un Comites avvenuta di recente in
Canada.
Noi pensavamo che i problemi degli italiani all’estero dovessero essere
affrontati in uno sforzo di realismo e concretezza da tutte le
componenti di un Comites, senza ambizioni personali da soddisfare,
unitariamente, perché siamo convinti che essi non siano di destra o
sinistra, ma soltanto problemi da risolvere.
Scopriamo invece che sono necessari “programmi e pensieri condivisi” e
che “sarebbe stata buona regola per tutti continuare a farvi riferimento,
mantenendo quindi intatti quelli che sono dei sacrosanti doveri che
vanno al di sopra della libertà individuale.”
Siamo giunti alla enunciazione della “teoria del cervello all’ammasso” o
della libertà sotto tutela, tanto care ad una certa parte politica
nostrana e che nonostante la caduta del muro pare siano dure a morire,
ma che speravamo non si diffondessero fra i connazionali all’estero, in
particolare fra quelli residenti in Paesi in cui l’amore per la
democrazia e la libertà é profondo e radicato.
Quello che stupisce ancor più è l’ulteriore sviluppo del pensiero
dell’amico estensore dell’articolo, laddove afferma che “il nuovo
Presidente, è ottima persona, ha manifestato con fatti concreti il suo
spirito di servizio nei confronti della comunità in mille attività.
Insomma la sua serietà è fuori discussione. Ma bastano serietà,
dedizione, spirito di servizio?”
Evidentemente no, secondo l’autore, forse serve una tessera di partito:
ci si dica ora quale tessera è necessaria per curare gli interessi degli
italiani all’estero, visto che “serietà, dedizione e spirito di servizio”
sono merce da buttare.
Si può comprendere la delusione provata nel veder sfuggire alla propria
parte un incarico di alta visibilità (con tornate elettorali prossime) a
beneficio, a quanto riconosciuto dallo stesso autore, di una persona per
bene; però vorremmo augurarci che ciascuno, in un sussulto di onestà
intellettuale, autolimiti la propria impudenza, soprattutto quando essa
é affidata alla stampa.
Non conosciamo il personaggio della cui elezione ci si lamenta, ma l’augurio
che ci sentiamo di fare è che ai vertici di tutti gli Organismi
rappresentativi degli italiani all’estero ci siano persone le cui
qualità siano quelle descritte dal Consigliere Bucchino, anche se le
loro idee politiche non collimano con le nostre.