Assistenza sanitaria per gli italiani all'estero: una Regione si
muove (31 maggio 2005)
Le buone iniziative, quelle che affrontano e propongono soluzioni
concrete ai problemi degli italiani all’estero, trovano, prima o poi, un
ascoltatore.
Sarebbe certamente stato meglio prima, molto prima, ma un sasso è stato
finalmente gettato nello stagno dell’immobilismo legislativo.
Qualche giorno fa la Regione Veneto ha approvato un provvedimento che
consentirà ai cittadini veneti residenti all’estero di poter
trascorrere, finalmente, periodi di vacanze serene sotto il profilo
dell’assistenza sanitaria, poiché essa sarà erogata per tutto il periodo
che trascorreranno nella loro regione di origine.
E’ stato infranto, per la prima volta, il tabù indicato dalla normativa
nazionale vigente che limitava a 90 giorni nell’anno solare l’assistenza
sanitaria concessa ai cittadini italiani residenti all’estero.
Il Presidente Ciampi aveva indicato il diritto alla salute come un
diritto primario, ma era rimasta finora una voce inascoltata.
Anche il CGIE, che pure avrebbe dovuto avere a cuore più di altri i
problemi legati alla permanenza in Madrepatria degli italiani
all’estero, spesso anziani e bisognosi di cure, aveva fatto mancare il
suo sostegno, nella scorsa sessione di dicembre, a questa sacrosanta
battaglia.
La maggioranza del Consiglio, notoriamente di sinistra, aveva infatti,
in quella circostanza, impedito l’approvazione dell’ordine del giorno
Santellocco facendo mancare il quorum necessario alla validità di una
votazione ormai favorevole.
Solo nella successiva riunione di marzo l’Assemblea plenaria,
rammentando, forse, che le buone proposte non hanno colorazione
politica, ma rappresentano soltanto soluzione a problemi concreti, in un
sussulto di saggezza, ha approvato l’ordine del giorno “opportunamente
ripresentato dal Consigliere Santellocco”.
Non meraviglia d’altra parte che la maggioranza (di sinistra) che si
opponeva alla proposta fosse guidata dal Consigliere Bucchino di cui
tutti certamente ricordano la recente presa di posizione a proposito
della elezione del Presidente del Comites di Toronto, laddove ha
sostenuto che per tale incarico non è sufficiente essere un’ottima
persona, manifestare con fatti concreti lo spirito di servizio, mettere
in luce serietà, dedizione, ma che servono “programmi e pensieri
condivisi”.
Le buone soluzioni, in definitiva, non sono tali se non soggiacciono ai
dettami dell’ideologia.
Ci auguriamo che l’assistenza sanitaria, una delle storiche battaglie
della sinistra del passato, sia ancora nel cuore della sinistra attuale,
anche per quanto concerne gli italiani all’estero.
Per ora il problema è stato affrontato e favorevolmente risolto da una
delle due Regioni in cui il Centro destra è rimasto al governo.
L’augurio che facciamo ai connazionali all’estero è che le Regioni rette
da un governo della sinistra sappiano fare, finalmente, anche loro
qualcosa di sinistra.