Un metodo di lavoro (27 febbraio
2006)
Apprendo che la lista “Per l’Italia nel mondo con Tremaglia” propone la
mia candidatura nella Circoscrizione Africa-Asia-Oceania-Antartide;
sarò, come nel passato, al fianco di Mirko Tremaglia, per continuare con
dedizione ed entusiasmo l’attività iniziata quasi trent’anni fa a favore
dei connazionali all’estero e per perseguirla con maggiore efficacia ed
incisività se otterrò la fiducia degli elettori.
Il programma che mi propongo è impegnativo, richiede perseveranza,
capacità di convincere, autorevolezza ma, soprattutto, spirito di
servizio; è certamente una sfida a sostegno di un mondo talvolta evocato
con retorica, ma poco conosciuto dai connazionali in Madrepatria, che
troppo spesso ne hanno una visione limitativa e distorta.
Non mi nascondo le difficoltà, ma mi propongo di affrontarle con la
stessa ostinazione e determinazione che mi hanno accompagnato nella
lunga esperienza quale Consigliere del CGIE, dove il mio impegno ha
sostanzialmente contribuito sia al miglioramento del “Bando” relativo ai
corsi di formazione per italiani residenti in Paesi non appartenenti
alla UE sia alla ripetuta accettazione di un ordine del giorno relativo
al riconoscimento dell’assistenza sanitaria per i connazionali residenti
all’estero per tutta al durata della loro permanenza in Italia,
nonostante la freddezza ed in un caso l’aperto rigetto della proposta da
parte della maggioranza di sinistra dello stesso Consiglio.
E questo solo per citare alcuni esempi del mio impegno a tutto tondo,
con un coinvolgimento totale, assoluto, con interventi diretti per
risolvere delicatissimi casi.
D’altra parte determinazione, chiarezza degli obiettivi concreti,
capacità di convincere, durezza nelle trattative sono le doti che mi
hanno consentito di guidare con successo un’impresa di impiantistica
nelle sue realizzazioni in un Paese difficile quale l’Algeria.
Prima di parlare di programmi vorrei tuttavia indicare un metodo di
lavoro.
Sono infatti convinto che le coalizioni o i movimenti in lizza per
contendersi la rappresentanza parlamentare degli Italiani all’estero
hanno ben chiare le aspettative, le richieste, le esigenze non più
rinunciabili delle comunità: cinquant’anni di oblio le hanno accumulate
in un fardello divenuto col tempo sempre più pesante.
Ed era una situazione talmente insostenibile che le forze politiche
esitavano e diffidavano ad affrontare il problema, poiché temevano di
non conseguire utili risultati.
È stata necessaria la passione di un uomo che, nel susseguirsi delle
legislature, ha continuato con vigore a difendere il diritto dei
connazionali all’estero ad esprimere il loro voto in loco per acquisire
una più compiuta dignità civile e per essere partecipi ed attori di
scelte che coinvolgevano non solo i cittadini in Madrepatria ma spesso
anche quelli all’estero.
Quest’uomo è Mirko Tremaglia: ora, dopo che il sogno che ha perseguito
con ostinazione per decenni è diventato realtà, piovono su di lui
valanghe di critiche da chi ha duramente contrastato quel progetto,
sposandolo solo quando non ne poteva più fare a meno.
Non solo, ma si è scoperto di recente che nella lunga notte degli
Italiani all’estero la maggior parte dei dormienti faceva lo stesso
sogno.
Ma è incontrovertibile che solo la passione, la determinazione, la
capacità di coinvolgere di Tremaglia ha consentito a quel sogno di
diventare realtà.
Ora finalmente gli Italiani all’estero avranno la possibilità di
rappresentare istanze ed aspettative direttamente nelle aule
parlamentari attraverso i loro rappresentanti eletti.
Le esigenze sono ben note, i sacrifici imposti alle comunità sono tanti:
lingua, cultura, assistenza consolare, assistenza tout court, vecchiaia,
acquisizione o riacquisizione dell'identità, coinvolgimento sono
problemi reali, da affrontare con concretezza e determinazione.
Tuttavia non è sufficiente proporli, é necessario cercare soluzioni, non
disarmare se esse non sono immediatamente praticabili, lavorare perché
lo diventino.
E per farlo occorrono uomini liberi da vincoli troppo stretti con gli
schieramenti politici tradizionali, chiaramente collocati in un area di
aggregazione politica, ma determinati, seguendo l’esempio dell’on.
Tremaglia, a battersi a sostegno delle istanze dei connazionali
all’estero, individuando le priorità, illustrando i problemi, proponendo
soluzioni praticabili, coinvolgendo e ricercando i consensi non sulla
base delle ideologie, ma della concretezza delle proposte.
Questo è il metodo di lavoro che mi propongo di sviluppare se la fiducia
degli elettori mi designerà a rappresentare gli interessi degli Italiani
all’estero: un grande cuore per tutti gli italiani di Africa, Asia,
Oceania e Antartide, questo il mio slogan.