Banca per il Mediterraneo: qualche precisazione (17 marzo 2006)
Torniamo su un tema già affrontato in un precedente intervento che,
notiamo con piacere, ha suscitato reazioni di forte interesse: la
nascita, in Italia, di una Banca per lo sviluppo del Mediterraneo. Si
tratta di un progetto ambizioso che pone l’Italia meritoriamente spinta
in avanti nella rinascita della centralità del Mediterraneo : questo
mare che rappresenta la “via della seta” del nuovo Millennio.
Non torniamo su temi già affrontati in precedenza: meglio enucleare
alcuni aspetti di questo nuovo Istituto creditizio che erano stati
lasciati in secondo piano nel nostro primo esame, e che sarà adesso
opportuno descrivere al fine di fornire ai lettori un quadro quanto più
possibile completo ed esauriente, visto l’inaspettato (ed ovviamente
apprezzato) interesse suscitato.
La regia è nelle mani di Giancarlo Elia Valori, oggi presidente di
Confindustria Lazio, e Giuseppe Garofano: il primo in qualità di
Presidente, il secondo di Amministratore Delegato del Consiglio di
Amministrazione in pectore della Banca, di cui tra l’altro faranno anche
parte il costruttore romano Pierluigi Toti ed Emilio Ottolenghi
(Petrolifera italo-rumena).
La Banca per lo Sviluppo del Mediterraneo ha sede a Roma, in via delle
Tre Madonne, e provvisoriamente ha la natura giuridica di una società
immobiliare, con il nome di “Sviluppo del Mediterraneo S.p.A.”, in
attesa di diventare a tutti gli effetti una Banca con il rilascio della
licenza creditizia da parte della Banca d’Italia.
Con tale ultimo adempimento, la Banca potrà iniziare ad operare sui
mercati come una qualsiasi altra merchant bank. E proprio questo sarà la
Banca per lo Sviluppo del Mediterraneo: una banca d’affari con la
caratura di un grande merchant internazionale, piuttosto che di una
banca con logiche pubbliche, e con l’occhio puntato non solo allo
sviluppo di grandi opere, ma anche alle piccole e medie imprese,
attraverso attività di microcredito sul modello della Grameen Bank del
Pakistan.
Già versato il capitale sociale pari a 15,5 milioni di Euro da parte di
quattro grandi promotori: Alerion (45,16%), Allianz Lloyd adriatico
(32,26%), Pierluigi Toti, patron del Gruppo Lamaro (9,68%) ed
Engineering di Michele Cinaglia e Rosario Amodeo (12,9%).
Già pronto è anche lo Statuto, redatto da Piergaetano Marchetti. Restano
davvero soltanto gli ultimi dettagli: dopodiché questa nuova, grande
realtà sarà finalmente pronta a decollare.
Per uno sviluppo finalmente sostenibile dell’intera area del
Mediterraneo.
Per il rilancio di un’economia europea stagnante e disperatamente
bisognosa di iniziative audaci e lungimiranti.