Tribune elettorali ed altro (21 marzo 2006)
La trasmissione della Tribuna elettorale registrata a Melbourne il 16
marzo non può che aver lasciato un immenso senso di pena.
Delle mummie imbalsamate sarebbero riuscite a dare maggiore vivacità al
programma.
Tra l’altro è apparsa in tutta la sua evidenza l’assenza totale di
attenzione verso gli Italiani che votano nella Circoscrizione.
I candidati dell’Unione hanno presentato le loro proposte per salvare
l’Italia dal flagello Berlusconi, senza tuttavia essere in grado di
indicare un solo problema relativo ai connazionali che daranno loro il
voto ed alle misure concrete che si prefiggono di mettere in atto.
I candidati del centro destra hanno invece esposto vive lamentele per la
conduzione dei Comites, che avrebbero ghettizzato gli avversari
politici.
Santa ingenuità: non è una novità che la sinistra italiana quando giunge
al potere, a qualsiasi livello, crea vuoto ed esclusione. Essa è
incapace di dialogo se non fra le sue componenti, e non sempre.
Tuttavia non è lamentandosi che si troverà una soluzione: i liberali ed
i moderati non hanno uno zoccolo duro di militanti come lo hanno i
partiti che fanno riferimento alla sinistra.
Quando si hanno percentuali di partecipazione al voto prossime al 25% è
normale che vincano le sinistre. I loro militanti, infatti, partecipano
sempre compatti alle operazioni di voto.
Il rimedio esiste ed è la partecipazione, è la capacità di coinvolgere,
la voglia di convincere: è difficile, certamente, e faticoso, ma se si
vuole vincere questo è necessario fare.
Bisogna mobilitarsi, non lamentarsi.
La registrazione è avvenuta a Melbourne, è vero, ma essa in teoria
interessava l’intera circoscrizione Africa/Asia/Oceania e perché no
Antartide: ebbene l’Africa e l’Asia sono scomparse, gli italiani ivi
residenti, le loro esigenze non esistono per quei candidati.
E questa è una circostanza che dovrebbero tenere ben presente gli
elettori: che può saperne un funzionario di un patronato australiano dei
problemi che assillano gli italiani di Libia, Egitto, Israele?
Le elezioni si fanno con i numeri, in Oceania vivono 135.000
connazionali, in Asia ed Africa 70.000: è certamente minoranza, ma è
razionale che essi diano una delega in bianco ai rappresentanti di un
solo continente che conosce le loro esigenze per sentito dire?
Se non vorranno farlo esiste una sola possibilità: votare massicciamente
per i candidati espressi dal Continente Africa/Asia.
Quei connazionali che hanno scelto di vivere in Paesi ove, per le
ragioni più diverse, le condizioni di vita non sono facili né
confrontabili con quelle di Paesi evoluti, ove attentati, insicurezza,
mancato rispetto dei diritti sono fatti incisi in ogni momento della
giornata riflettano su quanto hanno appena letto, lo facciano con
raziocinio e col cuore, lascino per una volta le ideologie alle
discussioni salottiere.
A loro rivolgo un appello affinché il voto sia considerato un mandato
offerto a chi è in grado di rappresentare e comprendere realmente le
difficili situazioni nelle quali si svolge la vita quotidiana di
ciascuna famiglia del Continente Africa, ma anche a dare certa, sicura,
disponibilità all’ascolto di altre tematiche proprie alla Nuova
Emigrazione.