Interventi

Ancora su RAI International, ovvero ho coronato un sogno... (28 marzo 2006)

Ho coronato il sogno della mia vita, sono stato appena citato in una (testuale) “durissima nota diffusa questa mattina” a cura di “Eugenio Marino, responsabile Comunicazione Coordinamento nazionale de L’Unione Italiani nel Mondo” pubblicata dalle Agenzie (ieri, lunedì 27 marzo).
Ho fatto un esame di coscienza per individuare se avevo detto qualcosa di sinistra talmente eclatante da suggerire ben sei righe di citazione in apertura della “durissima nota” di un esponente de L’Unione.
In effetti ho detto semplicemente la verità, una verità che non rivelo oggi, alla vigilia delle elezioni, ma che avevo indicato, in un articolo pubblicato da tutte le agenzie lo scorso 1 giugno 2005 dal titolo “RAI International: un organismo da rifondare”.
Sostenevo infatti :
“Quello che invece lascia perplessi è la qualità delle trasmissioni, in generale, e la qualità dell’informazione in particolare.
“Sui referendum, poi, l’unica informazione che è trapelata in un mese, in coda al Telegiornale del TG3 in serata, è stata che l’elettore deve presentarsi al seggio munito di scheda elettorale e documento di riconoscimento!.
“Nessuna spiegazione sull’incomprensibile ed enigmatica fraseologia dei quesiti referendari, nessun chiarimento sul reale significato di ciascun quesito, sui modi di esprimere la propria opinione, si, no, astensione, sulle conseguenze che ciascuna di queste scelte comporta.
“Appare quindi necessario rifondare Rai International, individuarne la missione, i compiti, adeguare le strutture, assicurare le risorse necessarie per conquistare un mercato, dell’informazione e dell’intrattenimento in lingua nazionale, che sembra essere fuori controllo.”
Dove era allora il signor Eugenio Marino, per quale ragione non è uscito allo scoperto per dire “bravo Santellocco, lavoriamo insieme, sviluppiamo un progetto”?
La sinistra esprime la Presidenza della Commissione di Vigilanza e la Presidenza del Consiglio di Amministrazione della RAI: il signor Marino, responsabile della Comunicazione del Coordinamento de L’Unione Italiani nel Mondo, se conta qualcosa, avrebbe potuto alzare il telefono, chiedere udienza, gli avrei fornito valide ragioni per mettere in luce allora quanto avevo appena denunciato.
La stessa iniziativa avrebbe potuto essere presa dal Consigliere Randazzo del CGIE, Presidente della I Commissione “Informazione e Comunicazione”.
I tempi non erano sospetti, qualche risultato avrebbe potuto essere conseguito, ma non è successo niente.
La sinistra, infatti, è incapace di proporre e di costruire: mette da parte i problemi senza indicare soluzioni, per usare con abilità dialettica di vecchia scuola le difficoltà in termini strumentali al fine di abbindolare gli ingenui.
Nel prosieguo della “durissima nota” si scopre infatti quale è l’obiettivo palese del signor Marino: le Tribune elettorali, non la formazione e l’informazione distribuita nel tempo, che educa e coinvolge, ma il prendi e fuggi di chi gioca a tre carte.
E’ un sistema che i candidati della sinistra nella Circoscrizione Asia/Africa/Oceania/Antartide sembrano aver ben assimilato, se si deve credere alle segnalazioni presentate presso la Procura di Roma da parte dell’Ambasciata, per aver utilizzato metodi di propaganda elettorale per lo meno sospetti.
D’altra parte non c’è da meravigliarsi: essi hanno molte cose da farsi perdonare.
Il signor Fedi ed il signor Randazzo facevano parte di quella maggioranza di sinistra nel CGIE che respinse l’ordine del giorno che avevo presentato per richiedere l’estensione dell’assistenza sanitaria per tutta la durata della permanenza in Patria, eliminando la limitazione ai famosi 90 giorni nell’anno solare, che bocciò il progetto di Intercomites fra Paesi diversi per consentire un flusso di informazioni più completo.
Il signor Randazzo, candidato al Senato per l’Unione, si è segnalato per un recente articolo pieno di contumelie, in cui gli avversari non esprimono idee, ma “propalano menzogne e stupidaggini”, sono un “circo equestre di una dozzina di persone che la politica italiana non sanno neppure dove sta di casa, ma che nonostante tutto si candidano…”
Si candidano, hanno questo coraggio. Che nostalgia per gli anni in cui questi scandali non succedevano, il Piccolo Padre decideva per tutti, il signor Randazzo senza rivali sarebbe stato eletto con il 99,8% dei voti fra uno sventolio gioioso di bandiere rosse.
E continua “Solo gente che, pur non capendo nulla dell’Italia dei nostri giorni, culla la presunzione e il sogno di mettere le chiappe sugli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama, può arrivare a dire certe fesserie...”, linguaggio forbito da futuro Senatore e grande rispetto per gli avversari!.
D’altra parte Randazzo è il giornalista che nei giorni in cui l’Italia intera piangeva ed onorava i caduti di Nassirya denunciava il governo Berlusconi per aver “incassato” quei poveri morti, quasi fossero merce, non uomini degni di rispetto. Ma il signor Randazzo “capisce dell’Italia dei nostri giorni...”.
Per fortuna Prodi e Fassino dicono che bisogna abbassare i toni…, e forse il signor Marino condivide: lo dica allora, metta allo scoperto il suo coraggio di uomo libero, non faccia solo polemiche strumentali.
Ecco la differenza sostanziale con questo signore : io sono uomo di destra, ma libero di esprimere il mio pensiero, pretendo che gli Italiani all’estero siano formati, educati, informati, interessati, coinvolti con continuità perché siano indotti a dare al nostro Paese il contributo delle loro esperienze, voglio che lo diano con una partecipazione massiccia e convinta e lo chiedo da tempi non sospetti.
E per farlo sono pronto ad accordarmi con il diavolo.
Vivo da oltre trent’anni all’estero, mi sono prodigato e mi prodigo per la emigrazione, non vivo di emigrazione, non speculo con polemiche strumentali negli ultimi giorni di campagna elettorale per raccattare senza vergogna l’elemosina di qualche voto.
Dov’era questo signore un anno fa? Quando ha cominciato ad occuparsi di Italiani all’estero, vivendo nelle comunità, adoperandosi per capire e cercare soluzioni ai problemi, senza meditare consensi?.
Abbia il coraggio di essere un uomo libero, non servo della tessera.
Stia pur certo che chi vive a contatto giornaliero con le comunità all’estero conosce i problemi degli Italiani, non ha bisogno di un evento elettorale per scoprirli.
Ho accettato la candidatura con la lista Tremaglia proprio perché garantisce la mia libertà di espressione, mi libera da vincoli ideologici nei confronti dei partiti, mi consente di avere come stella polare per guidare la mia rotta il solo interesse degli Italiani all’estero.

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