La ripresa dei lavori (3 luglio 2006)
La grande abbuffata elettorale è stata finalmente lasciata alle
nostre spalle.
Ci permettiamo un solo piccolo sguardo all’indietro per constatare come
l’Africa, con la grande partecipazione degli elettori alle consultazioni,
abbia dato ancora una volta un chiaro segnale della volontà di
partecipare attivamente e responsabilmente alle scelte della politica
nazionale.
Ed a proposito dell’Africa non ci si può che rallegrare del felice esito
della vicenda di due connazionali ingiustamente coinvolti in Kenya in
una vicenda giudiziaria dai contorni confusi, per la quale avevamo
chiesto il 29 marzo scorso un determinato intervento del Ministero degli
affari esteri al fine di sollevare gli interessati, in termini rapidi,
da una accusa infamante .
Ed ora affrontiamo con lo sguardo rivolto al futuro le prossime
impegnative incombenze, che attendono proposte e soluzioni.
Al termine del recente Consiglio di Presidenza del CGIE sembra essere
emersa una soluzione alla lunga sospensione determinata dalla nota
sentenza del TAR e prospettarsi una ripresa dei lavori nella seconda
metà del mese di settembre.
È appena il caso di sottolineare come ulteriori slittamenti non
farebbero che alimentare i sospetti su una presunta volontà di limitare
l’azione di stimolo e di proposta di un organismo che non ha mancato nel
passato di censurare il disinteresse crescente verso temi di grande
rilievo per le comunità dei connazionali all’estero ed alimentare la
polemica di coloro che sostengono la inutilità del CGIE e la opportunità
di abrogarlo tout court.
Uno sguardo non partigiano ai programmi presentati dai candidati alle
passate elezioni mette in rilievo importanti divergenze sui grandi temi
della politica nazionale, mentre essi sono sostanzialmente riconducibili
ad un filone comune sui temi relativi agli italiani all’estero.
Abbiamo sempre ascoltato con interesse i documentati interventi del sen.
Danieli e di altri colleghi di schieramento, sempre apertamente critici,
talvolta con ragione, talvolta puramente polemici senza costrutto e non
abbiamo mancato di deplorare le comparsate di alcuni rappresentanti
parlamentari che pure ci erano politicamente vicini.
Al termine della vicenda elettorale, al contrario di altri, abbiamo
ritenuto fosse necessaria una pausa di riflessione e di
decongestionamento dai troppi veleni di una campagna che è stata
condotta da alcuni sull’aggressione personale più che sulla esposizione
di programmi e di soluzioni concrete.
Abbiamo così potuto approfittare di questa pausa per leggere il volume
“Per il bene dell’Italia” (281 pagine, uno sforzo non comune) ed, in
particolare, la pagina 244 dedicata agli Italiani nel mondo, abbiamo
ascoltato e letto le istanze dei candidati e dei parlamentari
dell’Unione, abbiamo preso atto della modesta attenzione rivolta dal
Presidente Prodi ai rappresentanti parlamentari degli Italiani
all’estero, presenti per la prima volta nelle aule parlamentari e del
gioco al massacro per la nomina del Vice-Ministro, ed attendiamo ora la
relazione del governo al prossimo CGIE, la prima da parte di questa
maggioranza, con curiosità ed attenzione.
Osserveremo e commenteremo le reazioni dei Rappresentanti parlamentari
eletti dai connazionali all’estero, augurandoci che, pur nel rispetto
del dettato costituzionale che non pone limiti di mandato a deputati e
senatori, essi non dimentichino le attese di concittadini dimenticati da
cinquant’anni, tutte ben specificate nei loro programmi, e sappiano
guardare ad esse senza prona riverenza alle direttive dei partiti
nazionali, rivendicando soluzioni concrete e rapide, anche in ragione
del grande valore contrattuale del loro sostegno alla sopravvivenza del
governo.