Ritrovare unità e capacità d'intervento (31 luglio 2006)
È stato appena ricevuto il programma delle prossime riunioni delle
Commissioni Continentali e dell’Assemblea Generale del CGIE dopo una
lunga, troppo lunga pausa in un periodo cruciale per la vita politica e
le scelte degli italiani all’estero.
Come avevamo previsto e scritto nel corso della campagna elettorale la
Sinistra ha fatto man bassa dei posti disponibili, e dove non ce n’erano
li ha creati. Dicevamo allora “Santa ingenuità: non è una novità che la
sinistra italiana quando giunge al potere, a qualsiasi livello, crea
vuoto ed esclusione. Essa é incapace di dialogo se non fra le sue
componenti, e non sempre.” Eravamo stati facili profeti, valorizzando
l’esperienza del passato.
Avevamo iniziato nella primavera 2005 una battaglia solitaria per
sottolineare l’inadeguatezza di programmi ed informazione di RAI
International, caduta nel vuoto per lungo tempo. Ora la sinistra si sta
scatenando sullo stesso tema, ed anche questa circostanza trova una
ragione: noi miravamo allora all’interesse degli Italiani all’estero
(chiedendo l’adeguamento delle risorse economiche), costoro mirano ora
alle poltrone (chiedendo la testa del direttore).
I gruppi dirigenti degli Italiani all’estero che si riconoscono nei
valori della Casa delle Libertà, di cui mi onoro di far parte, portano
una grave responsabilità, quella di aver consentito, con le loro
divisioni, che la sinistra andasse al potere: il Paese sta pagando un
alto prezzo per le illusioni.
Ma non è tempo di continuare a piangerci addosso: dobbiamo rimetterci a
lavorare per offrire non sogni, ma concretezza.
Per farlo dobbiamo innanzitutto ritrovarci, valutare i problemi, trovare
soluzioni unitarie e condivise, individuare un gruppo direttivo coeso e
convinto.
Abbiamo perso le elezioni politiche, talvolta con qualche caduta di
stile, siamo minoranza all’interno del CGIE, così come nei COMITES.
Proprio per questo dobbiamo moltiplicare gli sforzi per una analisi di
situazione capillare ed attenta che porti ad individuare le linee di
azione più idonee a ritrovare il consenso.
La sinistra ha saputo conquistare voti con una campagna elettorale
condotta da professionisti della politica, utilizzati nelle
organizzazioni sindacali e patronati, sparsi capillarmente nel mondo; a
questa macchina di guerra e propaganda non abbiamo saputo opporre che
poche forze, per di più divise e senza indicazioni, scarse risorse,
molto volontariato.
È finito questo modo di fare politica e le forze cui facciamo
riferimento debbono prenderne atto.
Gli Italiani che si riconoscono nei valori della Casa delle libertà
hanno commesso l’errore di presentarsi divisi alla tenzone elettorale,
ma è altrettanto evidente che la coalizione non ha creduto di aver
bisogno del loro apporto ed ha acconsentito che le divisioni trovassero
sfogo in più liste.
È tempo di ricredersi e di farlo alla svelta, di ritrovare unità e
capacità di intervento a cominciare dalle prossime Assemblee generali
del Consiglio Generale degli Italiani all’estero, di proporre un’azione
di spinta costante, concreta e non scioccamente polemica, all’azione
della maggioranza, di costituire una fonte critica, propositiva,
efficace e documentata.
Il tempo stringe: è ora di rimettersi a lavorare.