Proposta di legge per assegno di solidarietà, ovvero mancanza di serietà (30 agosto 2006)
È appena apparsa su una agenzia la notizia della assegnazione, in
sede referente, alla Commissione Affari Sociali della Camera dei
Deputati della proposta di legge per la erogazione di un assegno di
solidarietà ai cittadini anziani, indigenti, residenti all’estero.
La proposta è presentata dalla deputata Marisa Bafile e controfirmata da
alcuni colleghi, tra cui i Consiglieri CGIE On. Fedi, Bucchino, Narducci,
Farina.
La proposta è condivisibile, corrisponde ad una delle rivendicazioni più
volte reiterate dal Consiglio Generale degli Italiani all’estero ed
inoltre era stata chiaramente ed apertamente annunciata dalla On. Bafile
in occasione del suo intervento nel corso del dibattito sulla fiducia al
Governo Prodi.
Come componenti del CGIE non possiamo quindi che rallegrarci di questa
iniziativa, che avevamo già sposato ed approvato nel passato, augurando
che essa trovi finalmente uno sbocco finalmente favorevole.
Il compiacimento si è però rapidamente tramutato in stupore alla lettura
delle modalità individuate per la copertura finanziaria, valutata in 80
milioni di euro, che hanno suscitato perplessità e scetticismo su un
esito positivo e soprattutto rapido dell’iter parlamentare.
La proposta, infatti, all’articolo 2 recita:
“Articolo 2 (Copertura finanziaria).
1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, pari a 80
milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2006, si provvede mediante
quota parte del gettito derivante dall’imposta sulle successioni e
donazioni sui grandi patrimoni, che è ripristinata a decorrere dalla
data di entrata in vigore della presente legge, nelle misure e con le
modalità previste dalle disposizioni vigenti prima dell’entrata in
vigore della legge 18 ottobre 2001, n. 383.
L’articolo 13 e il comma 1 dell’articolo 14 della citata legge n. 383
del 2001 sono abrogati.”
Appare quindi che contestualmente all’approvazione dell’assegno sociale
per i cittadini italiani residenti all’estero in stato di indigenza, nel
corpo della stessa proposta di legge, viene ripristinata l’imposta di
successione e di donazione sui grandi patrimoni.
Il Paese è attraversato da un ampio dibattito su quest’ultimo argomento,
di natura prettamente ideologica e non è assolutamente scontato che la
abolizione cosi disinvoltamente indicata dalla On. Bafile sia condivisa
ed approvata in tempi rapidi.
La iniziativa della deputata Bafile, benemerita certamente, appare
quindi poco coordinata nell’ambito parlamentare e della stessa
maggioranza, suggerita dalla fretta di proporre un tema di sicuro
impatto, ma senza alcun preventivo accordo in tema di copertura
finanziaria, avviata ad un percorso certamente lento, irto di ostacoli,
forse insormontabili.
Viene quindi il sospetto che si tratti più di una trovata pubblicitaria
per mettersi in mostra e mostrarsi attenti ai bisogni delle fasce
deboli, che la espressione di una reale volontà di soluzione per un
problema che è certamente grave e sentito.
Il nostro è un modesto apporto di pensiero, ma ci permettiamo di
suggerire che le proposte espresse dal CGIE siano valutate con serietà
dai parlamentari, soprattutto se eletti all’estero, e non sfruttate con
cinismo e ipocrisia per un facile palcoscenico a spese di tanti italiani
che ancora hanno fiducia e sperano che i loro rappresentanti si
adoperino per portare a soluzione con onestà intellettuale gli annosi
problemi che li affliggono.
Meglio tacere ed accantonare in attesa di tempi migliori, lavorando in
silenzio per ricercare un largo accordo che sullo specifico tema non
potrà mancare, piuttosto che bruciare con leggerezza ed improvvisazione,
sull’altare di una facile e ipocrita visibilità, la possibilità di
ottenere soluzioni largamente condivise.