Interventi

Breve riflessione sulla Finanziaria (23 ottobre 2006)

C’è grande attenzione ed un fiorire di polemiche sulla Finanziaria e sul provvedimento ad essa collegato, un soggetto che ancora non esiste nella sua veste definitiva e può quindi essere stiracchiato da tutte le parti in forma dialettica, ma non documentata.
Il Coordinamento nazionale dell’Unione degli Italiani nel Mondo ha affermato che “è motivo di soddisfazione il fatto che le risorse previste per le politiche che più direttamente riguardano gli italiani all’estero, siano state salvaguardate” senza peraltro indicare cifre, numeri, tabelle per cui non si riesce a capire a quali risorse ci si riferisca, con un compiacimento di pura natura ideologica senza alcuna reale base concreta su cui effettuare confronti.
Suscita qualche perplessità il tentativo di far apparire come un successo il reintegro degli italiani all’estero nella ‘No tax area’, una facilitazione fiscale di cui i connazionali beneficiavano per effetto di leggi finanziarie del “deprecato” Governo Berlusconi.
Se l’appagamento è dovuto ad altri successi dello stesso tipo c’è veramente da essere preoccupati, anche perché “dare ulteriori segnali di attenzione nel campo della promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo, del miglioramento dei servizi della rete consolare e dell’impegno di solidarietà” appare, nel documento del Coordinamento, solo un augurio e non un obbligo.
Prendiamo atto che solo il Sen. Randazzo, che ancora non crede alla sua fortuna, “è pronto a sfidare chiunque sostenga che i connazionali all'estero sono stati danneggiati”, mentre anche l’On. Fedi, con l’annunciata presentazione di alcuni ordini del giorno, ritiene doveroso impegnare il Governo ad attuare misure più concrete e determinate verso le comunità nel mondo.
Peccato che in altra circostanza, relativa ad una iniziativa di alcuni deputati sulla moratoria ed abolizione della pena di morte, un autorevole esponente politico del MAE abbia definito gli ordini del giorno parlamentari niente più che “utili apporti” all’azione del Governo, senza peraltro impegnarlo ad una azione conseguente.
In definitiva c’è, come sempre, da riconoscere l’abilità dialettica e propagandistica dell’Unione a fronte della pochezza dei risultati conseguiti e della totale inconsistenza dell’attenzione verso i connazionali all’estero.
Il Viceministro Sentinelli, con delega per la Cooperazione allo Sviluppo, ha definito la cooperazione un fondamentale strumento della politica estera nazionale.
Ha raccolto in questo modo un risultato senza precedenti, incrementando le risorse a disposizione del 60%, passando da una assegnazione in Finanziaria di 380 milioni di euro a 600.
Prendiamo atto che il collega Senatore Danieli, Viceministro con delega per gli Italiani all’estero ha raccolto, per ora, al massimo, una assegnazione annunciata di 14 milioni di euro, probabilmente, a conti fatti, ridotta a pochi spiccioli.
È nota la serietà del Senatore, la conoscenza del mondo della emigrazione, ne ha saputo brillantemente rappresentare aspettative, bisogni, esigenze, ha descritto con eloquenza le manchevolezze delle passate amministrazioni.
Consolati, Istituti italiani di cultura, emigrati indigenti, emigrati bisognosi di cure, rappresentano esigenze ben note al Senatore: per soddisfarle è riuscito a raccogliere risorse che possono soltanto con vergogna essere paragonate a quelle assegnate alla cooperazione allo sviluppo, “un fondamentale strumento di politica estera”.
Evidentemente gli Italiani all’estero non lo sono per questo Governo.

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