Ruolo dell'informazione e italiani all'estero (5 dicembre 2006)
L'informazione è un concetto astratto, che viene comunemente
identificato con il significato di un messaggio, messaggio tuttavia che
ha il solo compito di convogliare e rappresentare l'informazione.
Nella Teoria dell'Informazione si intende per informazione tutto ciò che
contribuisce ad eliminare incertezza.
Paradossalmente, se una sorgente di messaggi invia senza scelta e
ripetutamente un solo simbolo, la quantità di informazione ricevuta a
destinazione é nulla, poiché non vi é alcuna incertezza nel prevedere un
simbolo ed il successivo. L'assenza di differenze tra simboli, e quindi
l'assenza di una struttura, determina l'assenza di informazione.
È un concetto ben noto ed accuratamente sfruttato da ogni struttura di
tipo monolitico per inondare di messaggi i propri soggetti senza
tuttavia dare loro informazione.
Non vi è dunque informazione senza libertà, non vi è informazione senza
discernimento, non vi è informazione senza desiderio di differenziare le
fonti, non vi è informazione senza conflitto.
Quali informazioni devono essere offerte al pubblico? Non vi è dubbio
che la risposta non può essere che una sola: tutte, seguendo con
professionalità i criteri fissati da attualità reale, utilità sociale,
autonomia della selezione.
Anche la moda, anche lo spettacolo, anche il gossip possono entrare a
pieno diritto nell’informazione, a condizione che siano raccontati,
analizzati, illustrati, perfino esibiti, ma sempre con un punto di vista
critico, di chi vi ricerchi un senso e non un pretesto di immagine.
Un’informazione corretta e completa deve poter parlare al pubblico nella
sua interezza, deve essere adattata allo sviluppo del sistema
multimediale, alla liberalizzazione delle opportunità di espressione,
alla trasparenza dei linguaggi, ed utilizzata come antidoto ai rischi di
prevaricazione di forme di monopolio sempre incombenti.
Essa deve sapersi adattare ai nuovi processi di moltiplicazioni delle
piattaforme e non rimanere subalterna sul decisivo mercato
dell’informazione multimediale.
L’informazione allo stato puro consiste nel sapere che cosa è successo.
Ma il vero valore aggiunto è saper interpretare, capire gli avvenimenti.
Una notizia è infatti asettica: analizzarla, individuare le motivazioni
che hanno determinato gli eventi, consente di collocare l’accaduto
nell’appropriata cornice temporale e culturale.
In definitiva dare informazione è educare.
Ed è questo difficile compito che i professionisti dell’informazione
debbono assolvere in particolare nei confronti degli Italiani
all’estero.
Non si può essere soddisfatti, ad esempio, delle percentuali di
partecipazioni al voto politico per corrispondenza delle passate
elezioni legislative.
È necessario uno sforzo per informare e soprattutto coinvolgere le
comunità dei connazionali all’estero.
Mentre cercavo qualche spunto per questa mia relazione mi sono imbattuto
su una agenzia del 9 dicembre 1997 dal significativo titolo “Quale
informazione per gli italiani all’estero” dal contenuto attualissimo
poiché esprime insoddisfazione per la qualità dell’informazione ricevuta
e per la mancanza di quella di ritorno.
Non sembra quindi che la situazione abbia conseguito significativi
miglioramenti da dieci anni a questa parte, qualsiasi sia il governo in
carica. E le più recenti dichiarazioni del V. Ministro Danieli non
lasciano sperare in solleciti provvedimenti migliorativi.
Appare quindi indispensabile rivedere l’intera struttura
dell’informazione per i nostri connazionali, individuare gli strumenti
più idonei in ciascuna area geografica, assicurare le risorse per
fornire un prodotto accessibile ed attraente; analizzando anche
l’evoluzione del linguaggio, dalle missive di inizio Novecento all’era
di Internet, individuando le mille sfaccettature della comunicazione,
l’evoluzione degli strumenti e le trasformazioni del linguaggio.
È significativa la circostanza che nell’incontro fra il CGIE ed i
giovani del 4 dicembre scorso non sia stata evocata in alcun modo
l’influenza esercitata da RAI International né l’eventuale esigenza di
un suo miglioramento, quasi che essa non esistesse.
Sorge quindi il dubbio che la rete non abbia alcun impatto sugli
Italiani di II^ e III^ generazione per la diffusione della lingua e
della cultura, dell’informazione e dell’intrattenimento.
Sembra giunto il momento di riflettere a forme diverse di comunicazione
satellitare prima di continuare a mantenere in vita un carrozzone capace
soltanto di disperdere risorse senza evidente beneficio per le giovani
generazioni.
Le Regioni stanno rivelando una particolare vitalità nell’informazione
mirata verso i propri corregionali all’estero con una vasta gamma di
pubblicazioni di tipo giornalistico con cui tentano di ristabilire e di
mantenere vivo un rapporto che nel tempo sembrava deteriorarsi, ma
soprattutto, ed è il ruolo più convincente e meritorio, risvegliano la
coscienza e l’interesse dei più giovani verso la terra di origine, non
più vista soltanto attraverso la lente di un nostalgico ricordo degli
anziani, ma come sorgente culturale, terra di lavoro e produzione,
occasione per lo sviluppo di nuovi rapporti imprenditoriali ed
economici.
Pian piano si sta imparando ad utilizzare il web come primo strumento di
informazione: mentre altri media come la Tv e la radio hanno comunque
orari predefiniti per la diffusione delle notizie, il web non ha
problemi di palinsesto, e può offrire notizie in tempo reale.
Ed è proprio mentre Internet si afferma come il più globale dei media,
che riaffiora prepotentemente la voglia di informazione locale.
È in questo contesto che si sta facendo strada il fenomeno dei
quotidiani telematici locali, pronti a colmare questa lacuna.
Si tratta di prodotti editoriali che, anche se germogliati in luoghi
diversi e con identità proprie, presentano delle caratteristiche comuni:
vengono pubblicati esclusivamente on line, si occupano di informazione a
livello locale (città, regioni, a volte circuiti interregionali) e
spesso hanno l’aspetto di veri e propri portali tematici.
Molte Regioni hanno individuato con prontezza la grande potenzialità
dell’informazione on-line ed hanno sostenuto finanziariamente l’editoria
telematica, rendendo così la divulgazione delle notizie indipendente da
orari e palinsesti, mettendo in luce una grande intuizione: gli utenti
di Internet cercano non solo l’informazione, ma anche i servizi.
Con facilità e semplicità si ricostruisce un rapporto fecondo di
sviluppo fra Regione e mondo della emigrazione, creando un centro di
interesse diretto verso le nuove generazioni.
C’è sempre più l’esigenza di un modo diverso di relazionarsi con le
nostre Comunità in quanto non sempre si ha nitido il quadro delle
situazioni, a volte le valutazioni sono condizionate dal retaggio di
analisi ed assunti superati dall’attualità.
Dunque l’esigenza di una lettura fedele ed attendibile di ciò che sono
oggi, nelle singole specificità – culturali, sociali e d’impresa – le
nostre Comunità regionali, Comunità che hanno saputo mettere a frutto,
lo dicevamo, notevoli capacità di lavoro, d’impresa, di iniziativa.
Dunque l’impellenza di dare ampio ed adeguato spazio anche
all’informazione di ritorno, valorizzando i giornalisti italici
all’estero.
L’imprenditoria di origine italiana ha saputo sviluppare iniziative di
notevole impatto sul contesto locale: l’informazione può consentirle di
allargare gli orizzonti, non solo costruendo un ponte con
l’imprenditoria nazionale, ma creando fruttuosi collegamenti a più poli
anche fra le imprese che si sono sviluppate nei vari Paesi di
accoglienza.
Creare sinergie, facilitare la reciproca conoscenza, orientare le forme
di cooperazione possibili per un rilancio suscettibile di grande
potenzialità economica sia per la Madrepatria che per le imprese create
dall’iniziativa dei connazionali nel mondo della emigrazione è un
obiettivo che riveste un interesse primario.
Informazione ed ancora informazione, inondare di messaggi il variegato
mondo della emigrazione italiana affinché le due Italie finalmente si
conoscano e si riconoscano in una rinnovata empatia culturale, politica,
economica, linguistica.