Interventi

Elezioni del segretario generale. La spunta Carrozza. Ma Santellocco non è stato un candidato di bandiera (di Simonetta Pitari, Inform, 6 dicembre 2006)

ROMA – Non è stata indolore l’elezione a Segretario generale del CGIE del candidato del centro sinistra Elio Carozza (area Ds, Belgio), fino ad oggi vice segretario generale Europa e Nord Africa. Questa mattina in Assemblea plenaria, chi si aspettava che Franco Santellocco (Algeria, area An, anche se lui ha precisato di non avere tessere di partito in tasca), fosse un candidato di bandiera del centro destra, si è sbagliato.
Ha raccolto molte adesioni Santellocco (risultati del ballottaggio: 87 votanti, Carozza 42 voti, Santellocco 38, schede bianche 6, disperse 1 - ndr). Alcune, supponiamo, di “protesta” visto che nel CGIE il centro sinistra è maggioranza. Segno di un malessere da non sottovalutare. Che va ad aggiungersi al disagio per un dialogo “assopito” fra le due anime del Consiglio generale. Il consigliere Gian Luigi Ferretti (An) prima del via alle votazioni per eleggere il nuovo segretario generale in sostituzione di Franco Narducci, dimissionario, non aveva nascosto il disagio della minoranza. Manifestatosi non solo riguardo alla votazione del segretario generale – Carozza è stato eletto solo in seconda battuta (per regolamento attuativo della legge istitutiva del CGIE, lo scrutinio si deve ripetere se nella prima votazione un candidato non raggiunge la maggioranza assoluta). Ferretti, di nomina governativa - che nei giorni scorsi aveva fatto “un passo indietro” dimettendosi dal Comitato di Presidenza e invitando i colleghi a fare altrettanto “per permettere il rinnovo di tutte le cariche” - ha parlato in Assemblea di una maggioranza “che fa quello che vuole”: “Vi assumete una grave responsabilità: state dando un colpo forse mortale al CGIE” ha detto rivolgendosi ai consiglieri di maggioranza senza giri di parole e l’ironia che gli è consueta. Arrabbiato Ferretti. Perché, come aveva scritto nella sua lettera di dimissioni “durante l’ultima Assemblea del CGIE, di fronte alla richiesta di considerare decadute tutte le cariche a seguito della nota sentenza del Tar del Lazio, fu lasciato intendere che si sarebbe provveduto al rinnovo di tutte le cariche in occasione dell’Assemblea di dicembre”.
Le parole di Ferretti in Assemblea sono state a sostegno di due pregiudiziali, l’una strettamente legata all’altra, poste dal consigliere Carlo Consiglio, anch’egli di nomina governativa (Ctim Toronto, Canada) Per Consiglio, infatti, prima di procedere ad eleggere il nuovo segretario generale sarebbe stato più che opportuno sia azzerare e rinominare il CdP sia azzerare le cariche dei tre consiglieri di nomina governativa nel CdP. Con la minaccia: di mettere la cosa in mano agli avvocati per un nuovo ricorso al Tar. Con il rischio di bloccare nuovamente l’attività del Cgie.
Il consigliere Norberto Lombardi (Ds, nomina governativa) ha risposto a Consiglio che se dopo approfondimenti di natura giuridica si dovrà ricorrere al rinnovo delle cariche allora si potrà procedere in tal senso. Per il momento i membri di nomina governativa sono stati pienamente reintegrati. Lombardi ha lanciato segnali di apertura , di “disponibilità” alla minoranza per avviare un dialogo più sereno attraverso uno sforzo collettivo, per dare “un segnale immediato”. Altro segnale sia pure non immediato è “la disponibilità di tutti” nella modifica della legge CGIE nella direzione del rispetto delle minoranze. “Noi - ha detto Lombardi – siamo disponibili ad inserire questo nella nuova legge” che riformerà il Consiglio generale degli Italiani all’estero.
Infine ha preso brevemente la parola il segretario generale uscente; Narducci, per chiarire - in merito alle pregiudiziali sollevate da Consiglio – che la questione nomine governative e CdP è stata sottoposta al parere del Consiglio di Stato. Che però non ha ancora depositato il verdetto.
Messe poi ai voti le pregiudiziali di Consiglio sono state entrambe respinte: la prima, azzeramento e rinomina CdP, con 46 voti contrari e 25 favorevoli (12 astenuti) , la seconda, azzeramento delle cariche dei tre consiglieri nel CdP e rielezione in toto del CdP con 37 voti contrari , 28 favorevoli e 7 astenuti.
Solo dopo questo dibattito si è potuto procedere all’elezione del nuovo segretario generale. Prima però brevissime dichiarazioni dei due candidati. Assicurato da parte di Carozza “impegno totale” nei confronti del CGIE, organismo nel quale “crede molto”. Dal canto suo Santellocco “nato con l’associazionismo” ha manifestato la volontà di “recuperare la base” ossia proprio l’associazionismo. Santellocco , che forse nemmeno si aspettava i voti che poi ha ottenuto, ha spiegato di essersi presentato perché “un solo candidato sarebbe stata la cosa peggiore che si sarebbe potuta fare”. Una candidatura avanzata per spingere gli incerti e segnare sulla scheda il suo nome non tanto per farlo vincere nella corsa alla segreteria generale quanto per bilanciare e se si può “mettere più peso da contrapporre nel nostro lavoro”. Dare insomma più forza e voce alla minoranza.
Subito dopo, allestito il seggio elettorale - presieduto dall’ambasciatore Adriano Benedetti (direttore generale per gli italiani all’estero) coadiuvato dal ministro Bernardo Carloni (segretario esecutivo CGIE) e dal consigliere Mario Trampetti (capo dell’ufficio I della Direzione generale per gli italiani all’estero) – i consiglieri hanno sfilato per ordine di chiamata davanti all’urna elettorale dove hanno depositato le loro schede. Il risultato è ormai noto a tutti. Elio Carozza eletto, alla seconda votazione, alla guida del Consiglio generale degli Italiani all’estero.
Una votazione “seria e sofferta”come ha commentato a caldo lo stesso neo segretario generale , prendendo la parola in Assemblea subito dopo l’elezione. Ringraziati i consiglieri che hanno creduto in lui sostenendo la sua candidatura, ringraziato il suo avversario Santellocco per avergli “permesso questa sfida” e per “aver permesso anche di levare ogni dubbio su questioni che emergono ogni qualvolta dobbiamo decidere”. Il riferimento è al “cosiddetto mercanteggiamento” sulle spartizioni. A Carozza va bene che stavolta questa logica non abbia prevalso. “Lo preferisco e affronterò il compito che voi mi avete affidato, compito che non è affatto facile e non solo per la situazione che vive il CGIE in questa fase, ma lo affronterò con ancora più consapevolezza . E il mio obiettivo – ha assicurato - sarà in ogni caso quello di cercare di fare tutti gli sforzi perché questo Consiglio generale sia valorizzato” . E lo potrà essere “solo a una condizione”: “che cerchiamo insieme almeno di fare le cose più importanti che la legge ci ha affidato e che la legge forse ci affiderà se sappiamo lavorare in una maniera più tranquilla”.
L’appello del neo segretario, che dopo questo voto si è detto “meno di parte”, è a ritrovare uno spirito di serenità per rilanciare il CGIE sin dai lavori di questa Assemblea plenaria.
In finale della lunga mattinata è stato votato il vice segretario generale per i Paesi dell’Europa e dell’Africa del Nord. Eletto Lorenzo Losi (Gran Bretagna). L’altro candidato era Carlo Erio (Francia)
Prima del voto da Losi l’appello ai colleghi a “ricompattare” il CGIE: “è l’unico modo per far vivere davvero questo importante organismo” di rappresentanza e raccordo con le comunità italiane all’estero. Erio dal canto suo si è presentato come un candidato “di unione”. Anche Erio non ha dubbi: il CGIE è un organismo che deve continuare ad esistere: “Deve vivere, riformato, ma deve vivere”.

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