CGIE e cooperazione: non c'è niente da dire? (23 gennaio 2007)
Il Comitato di Presidenza del CGIE é stato più volte coinvolto ed
incoraggiato dalla V^ Commissione ad esercitare una spinta propulsiva
più convinta e determinata nel settore della cooperazione, dopo aver
assunto elementi di informazione dal Direttore Generale della
Cooperazione presso il MAE, Ministro Deodato sullo stato di avanzamento
delle iniziative sia sul terreno che in campo legislativo per la
modifica della ormai datata legge 49
Sarebbe azzardato affermare che alle richieste di intervento della V^
Commissione sia seguito un interessato intervento del CdP.
Tuttavia, fortunatamente, il mondo politico ha dato seguito alle
numerose istanze che ormai si levavano da ogni parte per un
aggiornamento della normativa relativa alla Cooperazione ed il Consiglio
dei Ministri nella seduta tenutasi a Caserta ha presentato un disegno di
legge che rivede, aggiorna e sostituisce la legge 049 promulgata nel
lontano 1987.
Dalle informazioni rese note dalle agenzie di stampa, in attesa di poter
leggere il testo del disegno di legge e della relazione di illustrazione
al parlamento non vengono chiaramente espresse le regole per
l’assegnazione dei ruoli ai diversi operatori del settore, anche se
appare meritoria la volontà di un maggior coordinamento degli sforzi
delle varie istituzioni dello Stato, centrali e periferiche, allo scopo
di utilizzare con equità le risorse disponibili.
La creazione di una nuova Agenzia, soggetto di diritto pubblico, lascia
pensare allo sviluppo di forme di gestione meno impastoiate dai legacci
di una legislazione contabile dello Stato spesso farraginosa e lenta.
Rapidità di decisione e di intervento, utilizzazione rapida delle
capacità operative sono elementi determinanti per il successo di
qualsiasi iniziativa.
Il modello che piace richiamare all’attenzione è quello del Dipartimento
della Protezione civile, dove una guida sagace, abile e competente ha
creato uno strumento decisionale ed operativo preso a modello da altri
Paesi.
Quello che temiamo è invece la nascita di un Ente politicizzato, attento
più alla distribuzione di cariche secondo principi ideologici e
partitocratrici e di risorse per autofinanziare le proprie strutture
burocratiche, in definitiva per accontentare ed arricchire compari e
sodali.
Il disegno di legge, secondo notizie riportate dalle agenzie, sarà
sottoposto all’esame della Conferenza Stato-Regioni: c’è da chiedersi se
il CGIE debba essere considerato estraneo ai programmi di cooperazione.
Se non lo fosse, e noi riteniamo che non lo sia, il CdP dovrebbe
assumere una energica iniziativa, se ne è capace, perché l’esame del
disegno di legge sia sottoposto anche all’esame della Conferenza Stato
Regioni P.A.-CGIE.