Interventi

Restituire centralità al CGIE (5 febbraio 2007)

Lo scempio consumato con la elezione del Comitato di Presidenza del CGIE, deciso freddamente da una parte politica, con arroganza ed una tracotante intolleranza per ogni forma di dissenso, in spregio al doveroso rispetto per l’associazionismo autonomo di ispirazione cristiano-liberale e moderata, è stato più volte bollato come infame da quella parte che non si sente rappresentata e protetta.
Una recente nota dell’On. Crema dello SDI-RNP lamenta che anche a sinistra si evidenziano manifestazioni di esclusione, insofferenza, faziosità e settarismo verso altre componenti non maggioritarie da parte dei due maggiori partiti di quella compagine (DS e Margherita).
Rivela anche curiosamente che il Coordinamento dell’Unione chiama a raccolta i rappresentanti dei partiti che lo compongono alla vigilia della riunione del Comitato di Presidenza del CGIE.
Sembrerebbe di comprendere quindi che le Segreterie nazionali dei partiti dell’Unione si apprestino a dettare le direttive ai componenti del CdP al fine di stabilire ordine del giorno, programmi di lavoro, attività e …..momenti dedicati agli applausi.
Trova quindi una ragionevole spiegazione la mancanza di iniziativa e spinta propulsiva del Segretario Generale, denunciata qualche giorno fa, a fronte delle aspettative e dei problemi delle comunità all’estero: non si tratta di inerzia, ma soltanto di crisi di astinenza da direttive.
Si delinea meglio a questo punto il disegno di chi ha voluto ad ogni costo, mascherandola sotto una coltre di ipocrita doppiezza, l’elezione di un Segretario Generale, nei fatti dimezzato, che ha però il grande pregio di essere sicuro funzionario di partito.
Si fa strada infatti il sospetto che si voglia cancellare la funzione rappresentativa, propulsiva e critica del CGIE, un ostacolo per una compagine di governo che ha molto promesso in campagna elettorale, sollevato grandi aspettative e finora ammannito soltanto annunci agli italiani all’estero, che continuano a coltivare l’illusione di ben altri ponderosi provvedimenti.
Il Senatore Danieli, d’altra parte, nella relazione all’ultima Assemblea plenaria ha con chiarezza delineato il suo progetto di ridimensionamento del CGIE, trasformandolo da “organismo di rappresentanza delle comunità italiane all’estero presso tutti gli organismi che pongono in essere politiche che interessano le comunità” in un mero organo intermedio di collegamento fra i Comites ed i soli parlamentari eletti all’estero.
Appare chiaro quindi il disegno di trasformare il CGIE in un gigantesco ufficio che ha sullo sfondo il compito di produrre benefici per gli eletti in parlamento anziché individuare soluzioni per i problemi delle comunità all’estero
Non vi è dubbio che questo disegno debba essere combattuto con determinazione e continuità, in primo luogo, se necessario, nelle aule parlamentari, chiedendo l’intervento di tutti i parlamentari vicini ai connazionali all’estero e non soltanto di quelli eletti nelle Circoscrizioni estero, della cui lealtà verso i loro elettori è forse opportuno cominciare a dubitare.
In secondo luogo riproponendo la centralità del CGIE quale organismo di raccolta delle esigenze ed elaborazione delle soluzioni da proporre a Governo, Parlamento e Regioni.
In questa luce appare necessario ricominciare a combattere con durezza e coraggio, non abbandonarsi ad una forma di Aventino, che, in definitiva, anche nel passato, ha soltanto favorito il disegno disgregatore.
Preso atto della probabile nullità propositiva di questo CdP, è doveroso provocare il coinvolgimento e l’interesse di tutti quei Consiglieri che si richiamano all’autonomia dell’associazionismo ed ai valori di moderazione propri di una cultura cristiano-liberale per elaborare un progetto di sviluppo delle iniziative a beneficio dei connazionali all’estero.
È ormai necessario presentarsi nell’arena e prendere partito, abbandonando anacronistiche posizioni di neutralità, se si vuole restituire, battendosi tutti uniti, forza propulsiva e propositiva ad un CGIE che una parte delle forze politiche vorrebbe cancellare.

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